giovedì 27 ottobre 2011

Il sentimentalismo ci seppellirà

E' da un po' di giorni che mi gira per la testa questa riflessione... Sono rimasto veramente stupito dal proliferare di link, citazioni, messaggi di cordoglio apparsi sul social network più in voga (al secolo facebook).
Prima Steve Jobs, ora Marco Simoncelli; sgombro subito il campo da eventuali fraintendimenti: non mi riferisco alle vicende umane dei due personaggi pubblici citati, ma a ciò che le loro morti hanno scatenato.
Steve Jobs a quanto pare ha cambiato la vita a tutti quanti... non a me, o meglio non nella misura tale da giustificare un fanatismo esasperato: il dato che mi ha maggiormente colpito è l'incremento esponenziale del fatturato che ha avuto la griffe che produce i famosi maglioncini neri tanto amati da Steve. E mi  chiedo se tutto ciò abbia un senso, se ha senso riservare ad un imprenditore che "mi ha venduto" il suo prodotto per anni (facendo peraltro molto bene il suo lavoro) lo stesso affetto e lo stesso compianto che riserverei per un parente stretto o per un amico d'infanzia.

Allo stesso modo non riesco proprio a capacitarmi della commozione generale per quello che tecnicamente è un incidente sul posto di lavoro, una morte bianca come, purtroppo, le decine che annualmente riempiono le statistiche a fine anno: un mestiere pericoloso, un incidente, i Dispositivi di Protezione Individuale che non hanno funzionato, il drammatico decesso.
Drammatico perchè consumatosi davanti alle telecamere di tutto il mondo, perchè la morte di un ragazzo è sempre drammatica, perchè l'eroe giovane che muore ingiustamente (ci sarà mai una morte giusta?) e per di più con il concorso (assolutamente involontario) del collega-amico: un destino sicuramente originale e tragico (gli antichi greci ci sarebbero andati a nozze su un canovaccio del genere), ma basta per scatenare questo senso diffuso di tristezza, cordoglio ed anche disperazione? non nelle persone a lui più vicine, ma in me, spettatore a volte un po' distratto e sostanzialmente estraneo alla "persona" Simoncelli?

Il sentimentalismo ci seppellirà: tutta questa ondata emotiva acritica verso qualunque evento amplificato dai giornali, dalle tv e da internet ci toglierà profondità di pensiero; reagiamo allo stimolo come le scimmiette appaltando il ragionamento ad altri, a chi ci propone quotidianamente i fatti di cui dobbiamo interessarci.

Steve, Marco, non vogliatemene... ho profondo rispetto per la vostra vicenda umana, ma ritengo veramente "pericoloso" tutto il carrozzone che vostro malgrado si è venuto a creare.

2 commenti:

Coach Roberta ha detto...

Condivido la tua preoccupazione rispetto l'acriticità nei confronti da quanto propinato dai media. negli anni si è creato un meccanismo perverso che ha sempre più annientato le singole coscienze facendole aderire a una coscienza comune moralista e portatrice sana di modelli malati. Questo mi spaventa e mi preoccupa. Mi spaventa perchè molte di queste persone erano sinceramente addolorati e coinvolti come se queste persone fossero davvero parte integrante della loro esistenza.
Come te, non giudico la vicenda umana,ma mi pongo delle domande.Siamo una società composta da individui così fragili?così emotivamente immaturi?
Quale ruolo hanno i media e, tra questi, soprattutto i telegiornalie i giornali che decidono cosa è importante fare sapere e cosa no di ciò che accade nel mondo.Che vivono del e sul sentimento della paura.
Voglio, infine,vedere la cosa anche da un punto di vista positivo,in fondo esorcizzare le paure più arcane fa parte della natura dell'uomo da sempre (vedi i greci che tu hai citato)e da allora sono passati un bel pò di secoli e l'uomo non si è estinto!(per ora)

Skanka ha detto...

".Siamo una società composta da individui così fragili?così emotivamente immaturi?" ottima sintesi di un pensiero!!!