lunedì 15 agosto 2011

Con la coda tra le gambe

Come avevo brevemente dichiarato stamattina su Facebook l'obbiettivo della giornata era salire a Superga, per assistere al concerto di Ferragosto, in bici oppure a piedi... bene, non sono riuscito in nessuna delle due "imprese"... ma andiamo con ordine.
Ore 9,00 circa esco di casa e pedalando mi porto alla stazione di Sassi; coda immensa per prendere la cremagliera o il bus sostitutivo, ma non è un mio problema. Il tempo di fare due fotografie ed inforco la bici ed inizio la salita, scalo subito un tot di rapporti, perchè i primi "tornanti" sono tra i più duri; fatica, tanta fatica, qualcuno mi incoraggia mentre (a stento) lo supero, ancora fatica che inizia ad essere troppa ma conosco (automobilisticamente) la salita e ricordo che pian piano la pendenza degrada. O ricordo male io, oppure son proprio scoppiato, ma la sostanza è che scendo e decido di spingere la bicicletta per un pezzo, in attesa di pendii più consoni alle mie capacità. Proseguo così per almeno 15 minuti fino a quando non mi rendo conto che non ce la farò mai a risalire in sella e che anche l'ipotesi di legare la bici ad un palo e proseguire a piedi non è praticabile causa stanchezza e senso di nausea. Non mi resta che riposarmi (far passare tutti quelli che ho incontrato e superato) ed avviarmi verso il ritorno.
Sono amareggiato sulla via del rientro e proprio non mi va' l'idea di tornare a casa, così decido di ripiegare in un tour cicloturistico nella mia città oggi magicamente libera dal traffico.
Percorrendo la ciclabile che dal parco della confluenza porta fino a Moncalieri ho il piacere di:
  • scorgere vicino alla diga della confluenza un campeggiatore abusivissimo con tanto di tenda canadese ben picchettata
  • scoprire che dietro il cimitero di Sassi (in via Nietzsche) il galoppatoio militare immerso nel verde e molto ben curato (limite invalicabile ahimè)
  • fotografare Gran Madre, Monte dei Cappuccini e ponte di P.za Vittorio (tutti in un'unica posa) quasi senza macchine
  • spiegare a due turiste, all'imbocco del parco del Valentino, la strada per andare al castello ed al borgo medioevale (eh no che non sono la stessa cosa signora, perchè vede... bla bla bla...)
  • sorprendermi nel vedere tanta gente il giorno di ferragosto in giro per il parco
  • aiutare due turisti francesi a far benzina al loro camper sdebitandomi idealmente con un loro connazionale che 7/8 anni fa circa fece con me lo stesso gesto in provenza
  • ammirare tutto quello che già conoscevo del parco del Valentino dalla prospettiva della sponda opposta
Siccome è festa mi tolgo il vezzo di pranzare in piazza vittorio al Porto di Savona, dove tra una portata e l'altra leggo la "busiarda". Stanco, satollo e parzialmente rinfrancato dirigo il manubrio verso casa dove mi attende il divano.

Il bilancio della giornata, viste le ambizioni iniziali non può che essere negativo, ma il cambio di programma di ha permesso di salvarmi in corner.

sabato 6 agosto 2011

Choc culturale


Quest'anno ho trascorso 15 giorni di vacanza alla scoperta dell'Olanda. Condizioni atmosferiche un po' instabili (o meglio stabilmente sul brutto tempo) non mi hanno impedito di ammirare, prima ancora dei paesaggi ecc..., lo stile di vita: tutto o quasi è ordinato, pulito, decoroso; le case dei quartieri popolari sembrano dei bigioux rispetto ai nostri palazzoni-alveare; ogni casa (condomini compresi) ha il suo piccolo giardino, curato in modo differente, e su ogni giardino si affaccia una vera e propria vetrina domestica ornata con ninnoli, candele e fiori.
Per le strade, tra le case, in Olanda regna anche il silenzio: non una radio accesa ad alto volume, nessuno che grida dalle finestre, nessuna auto parcheggiata in doppia fila o peggio sulla immancabile pista ciclabile, bambini che giocano perchè se lo spazio antistante la strada non è un luogo pericoloso in quanto tutti rispettano il limite di velocità dei 30 Km/ora, nessuno che si sogna di suonare il clacson per far valere le proprie ragioni.
Rientrare a Torino, dopo aver assaporato questo stile di vita, è stato traumatico: scaricavo la macchina e sentivo in contemporanea tre impianti stereo sintonizzati su musica popolare rumena, neomelodico napoletano e tunz tunz... (wow ampia scelta!!!); il giorno dopo odo urla provenire da non so dove che invitano un interlocutore a prender atto che “ha scassato la minchia”; auto parcheggiate in ogni dove pure ad agosto. Insomma l'inferno (o quanto meno un purgatorio).
Col passare dei giorni mi son posto due domande a riguardo:
  • Quanto condiziona il contesto negli atteggiamenti che assumiamo? Ossia, le stesse persone che popolano i dintorni di casa mia, trapiantate ad Utrecht per esempio, agirebbero come fanno a Torino? Oppure uno stile di vita differente, la possibilità di avere una situazione abitativa molto più decorosa dei quartieri popolari nostrani che ti invita indirettamente alla tranquillità sancirebbero un effetto nordico?

  • Ma è tutto oro quello che luccica? quello che io ho visto dorato con gli occhi del turista, vissuto nella quotidianità, è così idilliaco?

    Sobborgo di Maastricht

mercoledì 3 agosto 2011

Sei anni


L'1 Agosto 2005 mettevo piede per la prima volta in comunità: una ragazza (allora poco più che tredicenne) si ricorda ancora com'ero vestito, io no, ma ho ben nitido il ricordo dell'emozione nel mettere piede in una realtà allora sconosciuta e l'entusiasmo dell'inizio di una nuova avventura.
In questi 6 anni sono cambiate molte cose: fatta la solita gavetta, grazie anche ad alcune circostanze fortunate, mi è stato affidato il coordinamento di questa struttura; sono passati tanti ragazzi/e che hanno lasciato un segno (positivo o negativo) nella storia della comunità e con alcuni di loro siamo ancora in contatto; sono passate tante colleghe (uso il femminile appositamente... colleghi maschi ne ho avuti proprio pochi!!!), qualcuna si è “arresa” solo alla maternità, altre hanno scelto lidi più idonei alle loro caratteristiche. Sono passati 6 anni, dicevo, e sono ancora qui (eh già, direbbe Vasco) forse con meno entusiasmo ma sicuramente con la determinazione ad andare avanti: sento mia questa comunità, e nonostante i tanti momenti di difficoltà continuerà ad esserla!!!

martedì 2 agosto 2011

Rientro dalle vacanze: primo giorno di lavoro


Non c'è che dire, il primo giorno di lavoro dopo le ferie è stato a dir poco traumatico: sveglia programmata per rendersi presentabili (= farsi la barba) e colazione saltata causa chiamata della Caserma dei carabinieri di L.: un simpatico appuntato mi comunica che la persona di cui avevamo denunciato l'allontanamento è lì di fronte a lui... panico... non so' nemmeno che si è allontanata una persona... prendo tempo: non si preoccupi, in 30 minuti sarò da voi!!!
Spengo la macchinetta del caffè, mi precipito fuori di casa, macchina, telefono in comunità “che c...o è successo??? no non ne so niente... no nessuno mi ha avvisato... ah tu non c'eri... e io che gli vado a dire ai CC??? ah devo sentire tizia...”
Buongiorno, sì, sono Spinoglio, ok aspetto in sala d'attesa... ah e quindi non vuoi più tornare in comunità... forse è il caso che usciamo dalla caserma ed andiamo a prenderci un caffè!
Trattativa di un'ora e mezza tra sentire ragioni, preoccupazioni e richieste e spiegare (un po' alla cieca) i perchè ed i percome di alcuni interventi... allora adesso vai al lavoro e poi quando esci alle 15,30 vengo a prenderti e torniamo in comunità, ok?.... in che senso hai un impegno? Ho capito bene??? stasera devi andare a firmare un contratto di acquisto di una casa con il tuo fidanzato???? ma che c...o ti salta in mente, sei matta???? facciamo così, chiamo l'A.S. e oggi pomeriggio all'uscita dal lavoro andiamo da lei e ne parliamo...
Pranzo, tranquillo, ostento serenità ma continuo a rimuginare cercando soluzioni alternative...
“sì son qui fuori che ti aspetto, c'è anche P. dobbiamo portarlo a casa perchè è il suo ultimo giorno in comunità”
Allora A.S. la situazione è questa: non vuole rientrare in comunità e stasera firma un contratto di acquisto di una casa... sì, lavora ma il contratto promesso tarda ad arrivare, per cui è in nero... sì, le ho tentate tutte... ragioniamo insieme.
La risposta definitiva è stata NO, per cui prendo accordi con l'A.S. per sentirci il giorno seguente e formalizzare la dimissione, intanto lei ci pensa e domani viene di persona a dirmi qualcosa.
Sono stanco mentalmente, sono le 18,30 e mi dirigo verso casa... cena a base di prosciutto e melone... un po' di TV... squilla il cellulare... “ciao Giorgio, sono alla femata dell'autobus a Torino, sto tornando in comunità, domani ti spiego.”... dove sei? Aspettami lì, vengo a prenderti e ti riaccompagno...
Sono le 21,45... fine della prima giornata di lavoro dopo le ferie.

lunedì 1 agosto 2011

Tante cose

Veramente molte... credo che nei prossimi giorni metterò nero su bianco tutto quello che mi passa per la testa in questi giorni, dal viaggio in Olanda al rientro al lavoro (traumatico!!!), dal dolore del distacco di un educatore nei confronti di un ragazzo ai 6 anni di lavoro in comunità "festeggiati" oggi... tanta, troppa carne al fuoco... occorrerà riflettere, mettere giù le idee in modo ordinato e poi condividerle